Scandalo "Dalligate", i Verdi europei chiedono una commissione sull'OLAF: "usa mezzi illegali"

Bruxelles (Belgio) - Aumentano i sospetti sull'affaire Dalligate, lo scandalo legato alle dimissioni dell'ex Commissario europeo per i diritti del consumatore e la tutela della Salute, il maltese John Dalli, costretto a dimettersi ad ottobre dopo essere stato accusato dall'Ufficio Europeo per la Lotta Anti-Frode (OLAF) di aver utilizzato un intermediario – l'imprenditore maltese Silvio Zammit – per ottenere 60 milioni di euro dalla Swedish Match, che all'epoca stava tentando di commercializzare in Europa il tabacco da masticare "snus" - attualmente commercializzato solo in Svezia - mentre il commissario stava lavorando ad una legge più restringente in materia.

Dopo gli stretti rapporti tra Phillip Morris – che proprio con la società svedese ha una joint-venture – e Olaf, confermati dal direttore dell'Ufficio, l'italiano Giovanni Kessler in un'audizione al Parlamento italiano che già ponevano più di un quesito sulla vicenda, nei giorni scorsi gli eurodeputati dei Verdi José Bové e Bart Staes hanno chiesto una commissione speciale di inchiesta sulla vicenda, accusando l'Olaf di «metodi illegali» nello svolgimento delle sue indagini.

Al centro della questione, due incontri che Dalli avrebbe avuto con Gayle Kimberley, lobbista di Swedish Match ed ex funzionaria europea, nel secondo dei quali l'ex commissario avrebbe chiesto una “compensazione finanziaria” per proporre l'abolizione del divieto di commercializzazione in Europa del tabacco.
Ma da un colloquio registrato da Bové (nel video allegato, ndr) con Johan Gabrielsson, direttore delle Relazioni pubbliche della società svedese, si apprende che l'Olaf avrebbe fatto pressioni sullo stesso Gabrielsson, portandolo a dichiarare il falso sul secondo degli incontri avvenuti tra i due – quello su cui si basa maggiormente il teorema accusatorio - per non “turbare l'inchiesta giudiziaria in corso a Malta”. Ma quell'incontro, si sente nella registrazione dell'incontro, non è mai avvenuto.

Secondo la ricostruzione che fa della vicenda il quotidiano francese Libération Zammit e Kimberley avrebbero raggiunto un accordo secondo il quale «la compagnia avrebbe pagato 10 milioni di euro per incontrare il commissario europeo e altri 50 per autorizzare la vendita dello snus. L'accusa si fonda su questa riunione e sull'incontro tra Dalli e Kimberley avvenuto a Malta un mese dopo (cioè a marzo 2012, ndr) durante il quale l'avvocato avrebbe consegnato all'ex commissario un documento che afferma che lo snus non è pericoloso. Dalli, pur avendo ammesso di aver partecipato alla seconda riunione, ha sempre negato l'esistenza di quella del 10 marzo». «In altre parole», continua il quotidiano, «il principale pezzo dell'impianto accusatorio si basa su una doppia bugia: quella di Kimberley e quella dell'Olaf»

L'agenzia rigetta ogni accusa, evidenziando «interferenze politiche» che potrebbero «influire sull'indipendenza dei giudici e delle autorità investigative, oltre che danneggiare i diritti degli individui».
Oltre a quelle dei Verdi europei, però, altre accuse arrivano da Herbert Bösch – Presidente del Comitato di sorveglianza sull'OLAF - di aver chiesto ai testimoni di registrare illegalmente le conversazioni telefoniche dell'ex commissario. Questo modo di agire non solo è contrario al mandato dell'agenzia, ma si costituisce anche come violazione dei diritti fondamentali e del quale sarebbe stato a conoscenza anche Giovanni Kessler, del quale proprio per questo motivo sono state chieste le dimissioni.

Uno scandalo che, partito con un certo scenario – la denuncia di traffico di influenze e tangenti verso John Dalli – si è ritrovato in meno di un anno con il giudice (l'Olaf) sul banco degli imputati. Rimangono da chiarire almeno due domande: José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea che ha preteso in maniera molto (troppo?) celere le dimissioni dell'ex commissario, è solo una vittima inconsapevole di quella che sempre più appare come una macchinazione? Quali, alla luce di tutto questo, le vere colpe pagate da John Dalli?

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