Politiche Decisioni e Grilli (S)parlanti

"Ma chi glielo fa fare?". Chi glielo fa fare al signor Grillo Giuseppe di "istituzionalizzarsi", di mettersi (forse) la giacca e la cravatta, iscriversi al Partito Democratico e correre per la segreteria?
Io francamente credo che il suo sia solo uno dei tanti bluff. O meglio, più che bluff la vedo più come una - l'ennesima - provocazione di un uomo che comunque con il tempo è diventato, specie tra noi giovani, uno degli opinion leaders più ascoltati. O forse il più ascoltato. E se pensiamo che iniziò sfasciando computer...

Devo ammettere che quando ho sentito il suo annuncio la cosa mi ha entusiasmato. Entusiamo che derivava dal vedere per la prima volta come fattibile quel cambiamento a "5 stelle" che è anche poi il modo con cui solitamente definisce il suo movimento.
Poi però ho iniziato a ragionarci, a pensare ad un Grillo segretario PD; non so voi ma io non è che ce lo veda tanto bene. E non è tanto per le critiche che da sempre fa al partito.
Molti dicono che non abbia i requisiti neanche per iscriversi. Sarà vero? O sarà solo per paura o perché ad alcuni esponenti del vertice non piacciono le critiche? Diciamoci la verità: che questi vertici (faccio salve alcune biografie per le quali mi riservo la conclusione dell'articolo) siano molto interessati a mantenere la minor distanza tra il loro deretano e la poltrona credo di non essere io a scoprirlo, no?
Quindi un pò d'aria fresca non pò far di certo male.

Siamo però davvero sicuri che il vento grillista sia quel che più serve al PD?
E' vero che - da buon "esperto" di politica - ha tastato il terreno alle europee con le liste di cui parlavo prima, ma i risultati saranno davvero quelle piccole rivoluzioni che tanto invochiamo ormai da tempo? Ho sentito dire dallo stesso comico genovese che il risultato ottenuto sia a dir poco il migliore della storia dell'ultimo mezzo secolo in Italia. Ad onor del vero - e ad onor del fatto che se devo criticare lo faccio in maniera bipartisan - se i dati li dà lui stesso è come quando il "capo-ufficio" del Ministero della Pubblica Amministrazione Brunetta dice che ha eliminato l'assenteismo da quando c'è lui! Tenderei a fidarmi poco dei dati elettorali in generale, ed in particolare quando vengono dati quelli che più fanno comodo. E poi anche Veltroni si disse entusiasta del 3.000.000 ("i soliti 4 gatti" per rete4) di persone che riuscì a portare al Circo Massimo e la cosa non è che gli abbia portato poi così tanta fortuna (spero ne porti di più ai popoli africani, se e quando si deciderà a fare l'ormai "storico" viaggio...).

Visto che siamo in tempo d'esami e votazioni direi che Grillo ed il grillismo - inteso nella sua parte di politica operativa - lo rimanderei a settembre, sospendendo così il giudizio in attesa di qualche fatto concreto. Ho già detto quali sono le mie bocciature, cioè la maggior parte della vecchia nomenklatura, con il duopolio D'Alema-Veltroni che sono sulla cresta dell'onda ormai dai tempi della FGCI (praticamente fanno politica da quando io ancora non ero nato...) e dunque passiamo al volto nuovo di cui parlavo prima, che poi corrisponde anche al promosso della situazione.

Qualcuno potrà dire che anche in questo caso sarebbe cosa migliore sospendere il giudizio, ma Ignazio Marino secondo me qualche cosa in più - e di meglio - l'ha fatta.
Partendo dal presupposto che un punto a favore gli deve esser dato solo dalla profonda antipatia che la Binetti nutre per lui, cosa che mi fa apparire Marino ancor più simpatico (della serie "il nemico del mio nemico è mio amico"...) anche se io della politica non ne faccio una mera questione di simpateticità. Io esigo per il mio Paese che alla conduzione ci sia gente capace e meritevole - dall'una e dall'altra parte (e quindi non gente raccattata nelle situazioni più disparate, bordelli e logge massoniche incluse) - ed il curriculum di Marino parla da solo.
Mi piace perché considero il Vaticano semplicemente uno stato estero, e quindi chi si batte per la laicità dello Stato (fosse per me andremmo direttamente all'ateismo, ma non si può aver tutto dalla vita...) ha il mio appoggio. Voglio un paese quantomeno laico e non assoggettato come ora al volere di Santa Romana Chiesa.
Voglio politici che siano al passo coi tempi, di quelli che se gli parli di blog, di wi-fi, di wirless non ti guardano con la stessa espressione del bambino che incontra per la prima volta E.T. nel film omonimo.

Chi mi conosce sa quanto la mia visione politica sia "sinistra". Estremamente sinistra direi (chiedendo scusa al grande Giorgio Gaber dico che sì, il pugno chiuso, Bella Ciao e la falce e martello sono simboli che conosco bene...). Ma oggi come si fa ad essere fieri di quella che una volta si chiamava sinistra antagonista se da una parte abbiamo un partito (anzi, un nanetto, per usare la definizione tanto cara al professor Sartori) che non ha più idee nuove e che vuole riproporre modelli e simboli di una società di 30 anni fa ma senza chiedere al popolo se ci si rivede in quei simboli? Oppure come si fa a schierarsi con uno che si crea un nanetto solo perché non è arrivata la poltrona?

Io ho deciso di fare qualcosa per quello che - pur odiandolo - è il mio paese.
Non per chissà qual cosa, semplicemente per quella che muoveva Giovanni Falcone nella lotta alla mafia: spirito di servizio (o dovere morale per usare le parole di Paolo Borsellino...), ed ho deciso di appoggiare Ignazio Marino.
Perché per cambiare il paese c'è bisogno di cambiare abitudini. E per cambiare abitudini c'è bisogno di cambiare facce.