Scandalo alla clinica Latteri. Il day after


Palermo, 4 ottobre 2011 – La clinica non ci sta. Nei giorni scorsi – ne avevamo parlato ieri – i vertici della clinica privata Latteri attraverso un comunicato stampa fanno sapere che è da considerarsi “priva di ogni fondamento” la notizia della presunta truffa ai danni dell'Azienda sanitaria provinciale in merito ai rimborsi su prestazioni e ricoveri, per la somma di 1,2 milioni di euro.

Sarebbe «frutto di un'arbitraria e fuorviante ricostruzione dei fatti» non solo la notizia che la dirigente della clinica, Maria Teresa Latteri, avrebbe preteso il taglio alla somministrazione del Tad – medicinale somministrato per alleviare gli effetti delle chemioterapie – a causa del rimborso parziale (100 euro invece che i 250 richiesti) concesso dall'assessore Massimo Russo, che ha intanto attivato le procedure necessarie per accedere agli atti dell'indagine aperta presso la Procura palermitana, sui quali si baserà anche un'ispezione assessoriale ormai d'obbligo.

«Sappiamo perfettamente che siamo all'inizio di un'indagine ben più complessa e articolata che metterà a nudo quel tipo di sistema che abbiamo ereditato e che sto combattendo con forza fin dal giorno del mio insediamento, grazie anche a una forte collaborazione con le forze dell'ordine», ha aggiunto l'assessore, che ha più volte minacciato di revocare la convenzione alla struttura privata qualora l'inchiesta giudiziaria dovesse confermare quanto emerge in questi giorni.

Nei fascicoli della Procura, peraltro, sarebbe entrata anche la pratica dei doppi rimborsi, richiesti sia per i ricoveri – nel cui costo dovrebbero essere inclusi anche gli esami specialistici – sia, successivamente, per gli accertamenti diagnostici effettuati in strutture collegate alle cliniche o direttamente in strutture esterne.

Il problema – non certo ascrivibile alla sola realtà siciliana, comunque – è quello degli “imprenditori della sanità”, come li definisce Renato Costa, medico internista al Policlinico di Palermo e segretario generale Cgil medici. «Gli imprenditori sono obbligatoriamente tentati dal risparmio. Più c'è risparmio più c'è profitto. Poi, certamente, chi è dotato di una maggiore moralità non pensa ai costi del malato».
Il primo passo, dunque, per riformare la sanità – siciliana e nazionale – sarebbe dunque quello di tornare a pensare ad ospedali, cliniche e medicine per il loro compito di tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività (articolo 32 della Costituzione italiana), rimettendo dunque al centro il malato e non la differenza costi-ricavi.

Mentre la Procura svolge le sue indagini, intanto, il personale della clinica continua a svolgere il suo lavoro quotidiano come se tutto questo non fosse mai accaduto. Così come nulla sembra essere accaduto per i pazienti.