Chi vuole la morte di Joy?


Immigrazione/ Denunciò stupro al Cie: nigeriana tenta suicidio Il 17 aprile Joy (***) ha ingerito sapone al Cie di Modena (da Apcom) Joy (***), la 28enne nigeriana che ha denunciato un tentativo di violenza sessuale da parte di un ispettore di polizia nel Cie di Milano l’estate scorsa, ha tentato il suicidio all’interno del Centro di identificazione ed espulsione di Modena dove è trattenuta da alcuni mesi”.

È questo lo scarno comunicato con cui Massimiliano D'Alessio ed Eugenio Losco, gli avvocati di Joy, la ragazza nigeriana che da circa un anno – come più volte scritto anche su questo blog – passa la propria vita trasferita da un Cie all'altro.
Arrivata in Italia nel 2002 per fare la parrucchiera (lavoro che svolgeva già in Nigeria) ma costretta fin da subito a prostituirsi, il 12 aprile avrebbe dovuto finalmente lasciare questi lager del XXI secolo per tornare a godere di quella condizione che il governo italiano vuole togliere a tutti coloro che non hanno la (s)fortuna di avere il marchio “di pura razza italiana”, cioè la libertà.
«Se l'è cavata» - dice – l'avvocato Losco ad Apcom «ma sono molto preoccupato perché, dopo questo tentativo, Joy continua a manifestare propositi suicidi e non vorrei contare il secondo morto nella vicenda seguita alle proteste nel Cie di Milano». A cosa si riferisce l'avvocato?

Innanzitutto si riferisce al fatto che sabato 17 aprile Joy ha tentato di togliersi la vita ingerendo un intero flacone di sapone (è stata trasportata in ospedale per una lavanda gastrica) ed alla morte – avvenuta lo scorso gennaio nel carcere di San Vittore – di Mohamed El Aboubj, in carcere dopo la condanna di primo grado nel processo per direttissima a seguito della “rivolta” nel lager di Ponte Galeria nella quale è stata coinvolta anche Joy.
Quello di Joy non è un tentato suicidio. È il tentativo, da parte (diretta od indiretta) degli apparati repressivi dello Stato di tapparle la bocca. Così, come una certa parte deviata della nostra società fa con le persone "scomode", e Joy - che è diventata il simbolo di tutt* i rinchiusi nei Cie - lo è senza ombra di dubbio.

In merito agli “altri fatti”, quelli che riguardano il tentato stupro da parte dell'ispettore capo Vittorio Addesso, il Gip Guido Salvini ha fissato per l'8 giugno l'incidente probatorio per l'audizione di Joy.



Comunque andranno a finire queste due storie rimane un'unica, costante, questione: i Cie devono chiudere, senza se e senza ma.

p.s. Chiediamo a chi intende riprendere il comunicato di omettere, come abbiamo fatto noi, il suo cognome [chi volesse saperne di più su Joy può cliccare qui: http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/post/2010/04/23/chi-vuole-la-morte-di-joy].