Er popolo frescone


Marforio: «Caro Pasquino, che tempacci brutti! Tu di' si ciò raggione; er popolo è fregnone come er cerino: se fa fregà da tutti!»
Pasquino: «Caro Marforio, è giusto er paragone, però er popolo è ancora più frescone, perché er cerino, lo sai pure tu, lo pòi fregà 'na vorta, poi nu' lo freghi più!»

Adesso ve la faranno passare più o meno in questi termini: questi “vili” anarchici, questa gentaglia che crede solo nel caos e nelle bombe vuole destabilizzare lo Stato e si sono fatti sentire in questi giorni perché avrebbero avuto il massimo del ritorno mediatico. Ma lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede, come direbbe Errico Malatesta.

C'è ancora qualcuno che crede in un'affermazione del genere? È dal 1969 che il Potere – di qualunque colore ed estrazione socio-politica e culturale – tenta di attribuire a coloro che non credono nella delega e nella dominazione dell'uomo da parte dell'uomo mire terroristiche. Poi lo sappiamo come finisce: qualcuno vola dalla finestra, così da placare la voglia di sangue umano del popolo giustizialista e forcaiolo e pratica chiusa. Il Potere torna ad uccidere, violentare, cospirare ai danni del popolo mettendogli davanti il teatrino di dichiarazioni, denunce di colpi di stato e tutto quel corollario che serve per continuare a detenere il titolo di “pagliacci di corte”, come hanno a dire anche molti giornalisti esteri, che sapendo esattamente cos'è il mestiere – o la missione – del giornalista non si occupano di barzellette e affini.

State tranquilli: nessuno, con “l'attentato” di ieri a Milano, voleva destabilizzare lo Stato, quindi o caro popolo italiano, puoi continare a dormir tranquilli sonni: anche domani avrai il Padrone a dettarti la vita.
Mi chiedo poi cosa potrà mai essere una “bomba anarchica” che ha fatto pochissimi danni – e di cui tempo un paio di giorni ci saremo dimenticati, così come ci siamo dimenticati dell'”attentato” al premier – se confrontiamo questo atto con le politiche repressive attuate quotidianamente da quello Stato che oggi vi chiama ad obliterare il vostro diritto di cittadini o con il lassismo verso i Padroni che ormai da anni permette lo stupro quotidiano del nostro territorio da parte di potentati extra-nazionali od economici (Tav e Dal Molin su tutt*), genocidi quotidiani che prendono il nome di “morti sul lavoro”, disprezzo della vita del popolo con la chiusura di fabbriche e/o la delocalizzazione delle aziende che non serve ad altro che a far ingozzare ancora di più il signor Padrone.

«Potere troppe volte delegato ad altre mani, sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani, io vengo a restituirti un po' del tuo terrore del tuo disordine del tuo rumore».
A scriverlo, nel 1973, e Fabrizio De André, intellettuale prima e cantautore poi, apprezzato non solo in area anarchica ma anche in quell'area che, dichiarandosi di sinistra/centro-sinistra oggi si schiera a favore dei Padroni, come la Bresso – candidata PD in Piemonte – che potete vedere in questo video che vi spiega la differenza tra un candidato di centro-sinistra ed uno di centro-destra: tutti e due al Padrone nei secoli fedeli. Come e peggio dei carabinieri. Sulla Bresso faccio un piccolo inciso: è spuntato in queste ultime ore un video “riparatorio”, fatto da una fantomatica troupe di sostegno – quindi della stessa obiettività di Emilio Fede – in cui si evidenzia un “non” muoia invece di quel che tutti hanno sentito (cioè muoia senza non). Il problema non è questo: non è sapere se il “non” c'è o meno. Il problema è tutto il resto!
Un altro “simpatico amico del popolo” è Enrico Rossi – sempre area PD – che, da uomo di sinistra quale dice di essere (nella scheda preparata oggi da La Stampa si annovera addirittura una sua militanza comunista ai tempi del Pci) ha dato il suo placet alla costruzione di un lager nazista in Toscana. Pardon: non un lager nazista ma un Centro di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.), cambia il nome ma non la sostanza.

Arriviamo così al fulcro della questione: i Cie, perché proprio di questi si parla nella lettera di rivendicazione che le “Sorelle in Armi - Nucleo Mauricio Morales” hanno inviato insieme alla “bomba anarchica” ieri a Milano.
Si faceva riferimento, in particolare, alla storia di Joy, la 28enne nigeriana stuprata da Vittorio Addesso nel Cie di Via Corelli (ne ho parlato qui: http://senorbabylon.blogspot.com/2010/03/per-la-liberta-dinformazione-si-ma-di.html).

Ma naturalmente la politica, ed i mezzi di informazione suoi servi, punteranno il dito sulla matrice anarchica – perché si sa che le bombe anarchiche non passano mai di moda – e racchiuderanno in una riga la storia di Joy (della quale non riportano neanche il nome), perché su certe cose è meglio soprassedere, non sia mai che il popolo capisca i meccanismi del giochino e lo rompa.

La missiva esplosiva non è arrivata a Maroni – che ne era il naturale destinatario per la sua correità nella deportazione degli immigrati e nella creazione dei lager – ma si è fermata nelle mani di tale Pietro De Simone, anni 56 di cui 30 di fiera militanza alle Poste Italiane. Intervistato ha detto: «a chi ha spedito quel pacco la storia non ha insegnato nulla. Né con la violenza né con le bombe si può ragionare o conquistare la libertà. Io sono orgoglioso di essere un uomo libero, un italiano e un lavoratore; lui è solo un vigliacco». Ci mancava solo finisse la sua spontanea dichiarazione all'urlo di “Dio, Patria e Famiglia” ed aveva fatto il suo dovere di esemplare nazionalista. Mi chiedo però se pensi che anche le bombe che i nostri militari sganciano in giro per il mondo siano vigliaccate oppure quelle – che fanno morti e feriti a migliaia di chilometri da casa sua – sono democratiche.
E qui mi ritorna in mente “il bombarolo” di Faber:

«Il mio Pinocchio fragile parente artigianale di ordigni costruiti su scala industriale di me non fara mai un cavaliere del lavoro, io son d'un'altra razza,
son bombarolo. »

Più passa il tempo, più mi addentro nei fatti di questo paese – di oggi come di ieri – e più capisco perché le “bombe anarchiche” sembrano essere così destabilizzanti: perché mettono l'accento che nei Cie il Potere – attraverso il suo braccio violento - stupra, che nelle carceri uccide. E quando chi si riempie la bocca di parole come “civiltà”, come “democrazia” si rende conto che l'apparato decisionale dello Stato – al quale ha delegato le decisioni sulla propria quotidianità – è tutto tranne che “civile” e “democratico” beh...preferisce cambiare canale.