Emendalemendamento.com


Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine”.

Questo è il comma 1 della Proposta di modifica n. 50.0.100 al DDL n. 733, noto ai più come “ddl D'Alia”.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, troppo preso tra quotidiani che ormai parlano solo della febbre suina (senza dire però il virus da cosa deriva, non sia mai che si scopre la mano di qualche multinazionale anche qui...) o delle veline,velinette e amichette del premier forse candidate alle europee, questa piccola modifica, questo emendamento, molto più vicina alla Cina di quanto non lo sia stata fino ad ora.
Perché con questi quasi 2.000 caratteri avremmo avuto anche noi la nostra bella censura di internet. Lo sapete come funziona in Cina no? Se uno – solitamente blogger – osa insinuare qualcosa che non sia conforme al diktat del governo 1. gli chiudono il blog e 2. lo arrestano (come il webmaster Huag Qi).
Pensate che fortuna sarebbe stata per il premier se anche noi avessimo questa legge. Avremmo l'informazione in mano a gente come Filippo Facci, Mario Giordano, Emilio Fido e Bruno Vespa (ok, scusate un attimo...vado in bagno a vomitare!).
Noi blogger ovviamente non potevamo star zitti, ed abbiamo risposto con tutte le armi a nostra disposizione (petizioni e quant'altro...). Ma vediamo attraverso chi Sua Emittenza vorrebbe importare il modello cinese in Italia (ehm...ma le importazioni dalla Cina non dovevano essere combattute??).
Il sig. D'Alia Gianpiero – traggo le informazioni da Wikipedia - alla voce “professione” vede “avvocato cassazionista”, ma come ci informa la prima frase della pagina a lui dedicata è un politicante di professione dal 2001 – inizio della XIV legislatura – campante sulle spalle dei contribuenti ed eletto alla Camera dei Deputati in virtù di una candidatura nel collegio maggioritario Mesina Mata e Grifone tra le file di quelle belle personcine dell'UDC.
Come tutti i politicanti anch'egli fa della lotta alla mafia un baluardo del suo credo politico, motivo per cui ha proposto il suo emendamento: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet" perché, a suo dire, YouTube e Facebook sarebbero indegni e – quest'ultimo in particolare – inneggiante alla mafia. Certo, se uno propone un ddl ed è dello stesso partito di Totò“vasa vasa” Cuffaro, dichiarato colpevole di favoreggiamento alla mafia, come dire...mi viene in mente un certo tipo di “riduzione al silenzio”. E a voi?

Comunque state tranquilli, perché abbiamo avuto alla Camera alcuni difensori, tra cui – su tutti - il sig. Cassinelli Roberto, anch'egli avvocato ed anch'egli del PdL (dai, almeno qualcuno che è sano di mente in quel partito esiste!!) il quale ha proposto un controemendamento omonimo in quanto a suo dire – a dire di molti, ad esser sinceri – il ddl D'Alia qualora approvato sarebbe lesivo della libertà di informazione.e quindi – aggiungo io anche incostituzionale. Certo, il sig. Cassinelli non è certo persona disinteressata, visto che è anch'egli un blogger, ma vabbè, l'importante è aver in qualche modo censurato la censura!

Far girare l'economia si può!!

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
[Art.1 Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]

Sarà che io sono di sinistra, anzi, di estrema sinistra (con connotati addirittura anarchici), ma certe cose non le capisco. Quando uno nasce “rosso”, come si sarebbe detto una volta, in teoria dovrebbe vedere nella diversità un vantaggio, non una cosa negativa. Dovrebbe vedere in un mercantile lasciato 5 giorni in balia delle onde – e delle litigate tra Italia e Malta – la disumanità della politica, che se ne fotte allegramente della vita di circa 150 esseri umani pur di non perdere voti degli elettori borghesucci con la puzzetta sotto al naso [quelli di Malta non so come ragionano, ma essendo più vicina Lampedusa me la prendo più con il governo italiano che non con quello maltese].
Perché quando uno è di sinistra vede il Sud del Mondo non come la gallina dalle uova d'oro di governi ricchi e potenti e di multinazionali, ma come quella parte del mondo che – in un modo o nell'altro – ti dà più di quanto tu possa dare a lei.
Quando uno è di sinistra, e vede l'ennesimo sbarco di esseri umani sulle coste del paese che gli ha dato i natali, non pensa al modo per rispedirli immediatamente a casa, pensa – invece – al fatto che per venire qui queste persone hanno attraversato il deserto e poi il mare, in balia di scafisti e profittatori vari [e dopo aver letto Bilal queste cose ti tornano in mente ogni volta].
Quando uno è di sinistra, tende a mettersi nei panni delle persone che ha di fronte, in particolare se queste persone provengono da paesi e culture che non gli sono familiari. Quando uno è di sinistra si chiede dove abbia riposto la dignità uno come Roberto Maroni. Uno che si è scoperto “uomo d'ordine” dopo l'incontro con un altro reietto della sinistra – cioè Bossi, addirittura ex PCI. Uno che si è scoperto “uomo d'ordine” talmente attaccato al ruolo da aver – leggende “metropolitane” raccontano – morso la caviglia di un poliziotto durante un incursione degli stessi nella sede milanese della Lega Nord nel 1996. Uno che si è scoperto “uomo d'ordine”, ma ovviamente con i più deboli. Perché quando uno è “uomo d'ordine” lo è a 360°. Non è che – ad esempio – se la prende con gli ultimi – i “clandestini”- e non se la prende mai con i mafiosi che infestano la parte politica di cui fa parte. Non se la prende con i “poteri forti”, con i banchieri o le lobby. Se la prende con quelli che già hanno perso tutto, e che giustamente non possono neanche protestare perché con delle leggi che a definire ignobili gli si fa un complimento, non esistono.

Semplicemente.

Perché è questo quel che sta succedendo con il c.d. “decreto sicurezza”. Rendere invisibile chi lo è già. E mi chiedo dove siano quegli uomini di fede che in teoria dovrebbero insegnarci che siamo tutti fratelli e che ogni vita è sacra. Mi chiedo perché BennyXVI i cardinali e vari “colletti di cartone” alle più disparate latitudini italiche abbiano gridato allo scandalo e all'omicidio quando un padre ha chiesto di staccare la spina che teneva in vita sua figlia da 17 lunghissimi anni mentre non fanno niente per i disperati che tentano la fortuna sfidando il deserto ed il mare. Perché non gridano che lasciare un mercantile in mare per 5 giorni è (tentato) omicidio? Perché non dicono nulla per una ragazza neanche 18enne ed il figlio che portava in grembo? Cos'è, hanno paura che quel Dio di cui professano possa incazzarsi? Beh, francamente fossi in lui m'incazzerei più per un Papa che va in Africa a parlare di lotta alla povertà con le croci d'oro al collo. O no? Ma si sa che il Sacro Berlusconiano Impero ha avuto il beneplacito del Vaticano e quindi quel che va bene a Sua Emittenza va bene pure a Sua Eminenza. Perché, mi chiedo, Benedetto XVI e la sua schiera di adepti è sempre pronta a rompere i coglioni in qualunque momento sulla politica italiana ma non fiata mai quando vengono negati i diritti di persone che non possono pagarti l'8x1000 o l'acqua potabile (perché non so se lo sapete, ma noi paghiamo anche l'acqua potabile ai colletti di cartone...)?
A me hanno sempre insegnato che i preti difendono i più deboli e gli sfortunati – e quelli che non lo fanno è perché con i deboli, specie i bambini, ci appagano i propri desideri sessuali, ma questo è un altro discorso. O forse mi sbaglio? O forse da quando mi indottrinavano sono cambiate le cose e ora la Chiesa difende i forti? No, perché se le cose sono rimaste immutate la chiesa dovrebbe tuonare contro un Ministro che in un disegno di legge dopo essersi inventati i medici-spia si inventa i presidi-spia (eppure fare la spia non era un “sotto-peccato”?). Che poi, anche con questa storia degli immigrati che sono un problema finiamola! E' una cazzata colossale! Non è vero che gli immigrati, soprattutto se irregolari, non servono a questo paese. Servono eccome! Servono per esempio nei cantieri edili, dove si fanno un culo così con la promessa di essere messi in regola. Promessa prontamente mantenuta, a patto che il suddetto voli da un'impalcatura (ovviamente senza protezioni perché costano troppo...) e ci rimanga secco. Ecco, lì è sicuro che ti regolarizzano. Certo, non ti serve più a un cazzo visto che sei morto, ma loro sono a posto con la coscienza e – soprattutto – con la legge. Gli irregolari servono – tra le altre – come raccoglitori di pomodori per i sughi in scatola che le grandi ditte del settore portano sugli scaffali dei nostri supermercati, visto che io di italiani a raccogliere i pomodori non ne vedo, e quelli che vedo solitamente sono giornalisti infiltrati o caporali...Senza irregolari (non li chiamo “clandestini” perché non è parola aggettivante la condizione umana secondo me) non ci sarebbero sughi sulle nostre tavole – cioè uno degli elementi distintivi italici – tanto meno case. E poi dicono che in Italia l'economia non gira. Grazie, se si fanno le leggi per impedire l'ingresso degli immigrati – togliendo così forza lavoro agli imprenditori infami, altra categoria mai toccata da nessun decreto sicurezza – i costi lievitano. Ed ogni imprenditore sa che più riesci a tenere bassi i costi e meglio è. Ma poi, dico io, senza gli immigrati Maroni, Bossi, Calderoli, Sua Emittenza e compagnia canto-ballo-recintante con chi se la prende?

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Un'altra finanza è possibile



E' inutile girarci attorno. Tanto meno dire - come invece sostiene il governo italiano- che 'a nuttata è passata e che vediamo la luce alla fine del tunnel della crisi economica in cui bolla immobiliare e mutui subprime ci hanno portato.
La crisi - è bene ricordarlo - è iniziata più o meno nella seconda metà del 2006, quando negli U.S.A. iniziò a sgonfiarsi la bolla immobiliare e, contemporaneamente, molti possessori di mutui subprime divennero insolventi a causa del rialzo dei tassi d'interesse (che porta sovente al negative-equity, cioè al debito ipotecario superiore al valore corrente della proprietà).
Prima che finisse tutto a "tarallucci e vino" (cioè prima che la crisi sparisse dai media) tutti i c.d. "esperti" gridavano che quel modello economico che dalla fine del secondo conflitto mondiale ci ha portato ai giorni nostri non andava più bene. C'era bisogno di un nuovo modello.

Un nuovo modello c'è già. E - a guardare le cifre - funziona anche molto bene, visto che le stime parlano di movimenti tra i 750 ed i 1000 miliardi di dollari con un tasso di crescita del 15-20% annuo. Ottimo, no? Basterebbe soltanto distogliere lo sguardo dallo zio Sam per trovare il modello di cui sto parlando. Modello che - con ogni probabilità - non sarebbe piaciuto a G.W.Bush (ma credo non piaccia molto nemmeno ad Obama). Perché sto parlando della finanza islamica.
Il principale aspetto che differisce questo modello dal modello capitalista è il divieto di pagamento degli interessi, che viene visto (Corano, III,130) come una forma di usura. Questo è ovvio in quanto per i musulmani la moneta non ha valore in sé, ed è solo un mezzo per attività economiche reali (così come teorizzato da Adam Smith e David Ricardo); ciò porta dunque all'impossibilità di fare soldi dai soldi (che è invece uno dei pilastri del sistema capitalistico, leggasi hedge funds).
Tale principio è cementato nei sukuk(le obbligazioni islamiche) con i quali l'investitore concede un quid-capitale alla banca che provvederà ad investirlo in attività concreta (es. la costruzione di un'autostrada a pedaggio) riscuotendo i profitti generati dall'investimento effettuato. Ciò si rifà alla Sharia(su cui si basa la finanza islamica in toto) che vieta il gioco d'azzardo ed ogni forma di debito ed attività che abbia come oggetto il rischio, motivo per il quale è assolutamente vietato alle banche islamiche essere quotate in Borsa.
Alla base di questo modello c'è la filosofia della «condivisione del rischio»: chi presta deve dividere il rischio con colui che richiede il prestito. In tal modo le parti diventano socie in affari. Questo perché nella finanza islamica l'aspetto etico-sociale è anteposto al mero aspetto economico-finanziario, al contrario di ciò che succede nel sistema capitalistico, basato sulla massimizzazione del profitto e la minimizzazione delle perdite tramite la diversificazione del rischio.
Essendo proibita qualsivoglia forma di azzardo, le banche islamiche non possono concedere prestiti superiori alle proprie riserve, cosa possibile invece nella finanza occidentale, la quale parte dall'assunto che tutti i depositanti non richiederanno mai e poi mai i loro depositi tutti nello stesso momento.
Facciamo un esempio: supponiamo che un pescatore abbia comprato il diritto di pesca nel mio lago per un'ora. Il suo "guadagno" sarà costituito dalla quantità del pescato al termine del tempo stabilito. Sia che ne abbia pescato troppo che troppo poco, uno dei due contraenti (cioè io o lui, per chi fosse scevro di linguaggio giuridico) rimarrà insoddisfatto. Come si evita quindi questa situazione impari? Semplice:non si fissa un prezzo in partenza e si stabilisce che qualunque sia il guadagno esso verrà equamente redistribuito! Questo perché nella finanza islamica il concetto di condivisione è centrale, ponendo l'accento sulla fratellanza, che deriva dal fatto che nella legge islamica l'individualismo (e quindi il concetto economico di "razionalità egoistica" teorizzato dallo stesso Smith) non esiste, perché nella cultura islamica non è riconosciuto l'individuo in quanto singolo ma solo come membro della comunità.

Sarebbe un buon modello (non dico ottimo modello perché sappiamo che l'ottimo è concezione puramente teorica in economia) per fronteggiare la crisi economica e, anteponendo ed impostando tutto il modello sul problema dell'etica, anche quella sociale perché - appunto - il pilastro fondamentale della finanza islamica è, in ultima analisi, il concetto di equità.
E' un pò quel concetto che gli zapatisti racchiudono nel motto "tutto per tutti, niente per noi".
Ma, evidentemente, nelle istituzioni sovranazionali - economiche e non, come il Fondo Monetario Internazionale - vie il motto "tutto per noi, niente per gli altri", visto che l'economia etica è concetto avulso dalla mentalità dei "colletti bianchi".

Il Fascista anti-fascista

25 Aprile: Giorno dei caduti di Salò!



No signori, non vi è stata alcuna revisione della Festa della Liberazione, ma questo – nella maniera usata da Caparezza – è ciò che potrebbe succedere tra qualche anno. Ma arriviamoci con calma. Partiamo dall'inizio. Partiamo dal fatto che questa giornata è in memoria di chi ha liberato l'Italia dalla dittatura, quindi non riguarda assolutamente tutto il paese. Non è una “festa nazionale”, ma una festa “di parte”, checché se ne dica e se ne pensi.
Perché qui stiamo veramente arrivando alle comiche. Anzi, stiamo arrivando allo svuotamento ed al capovolgimento del senso delle parole. Lo avete visto anche voi in questi giorni no? Chi fino a ieri inneggiava all'RSI, salutava i suoi elettori col saluto romano oggi ci viene a dire che “il 25 Aprile deve essere una festa di tutti”. Eh no, questo – per quanto si voglia aprire al dialogo – è inaccettabile.

«Il 25 Aprile» - come ci dice Marco Ravelli su Il Manifesto di oggi - «è diventato un luogo della nostra coscienza collettiva vuoto, se ognuno può invitarvi chi gli pare, anche i peggiori nemici della nostra democrazia e i più incalliti disprezzatori della nostra Resistenza. E se ognuno può farvi e dirvi ciò che gli pare: usarlo come tribuna per proclamare l'equivalenza tra i partigiani che combatterono per la libertà e quella della Repubblica di Salò che si battevano con i tedeschi per soffocarla, come va ripetendo il nostro ministro della difesa. O per denunciarne – dopo averlo disertato per anni - «l'usurpazione» da parte delle sinistre che se ne sarebbero indebitamente appropriate, come fa l'attuale grottesco e tragico Presidente del Consiglio».

Credo non ci sia modo migliore per “fotografare” gli ultimi giorni del dibattito in merito. Qui non è una questione da politicizzare. Il fatto è che certa gente, certa gente che ancora ha RSI tatuato sul cuore, non può permettersi di salire sul carro dei vincitori quando essi stessi sono i discendenti (non so quanto fieri) di chi lottava contro i partigiani e che fino a poche ore fa combatteva per ripristinare quello status quo ante. Tanto meno, per questo motivo, può essere una festa di tutti. Torno a ripeterlo. E' una festa solo per quei (non) pochi che si rifanno a quei valori. Quei valori presenti nella nostra Costituzione e che oggi quegli stessi uomini che si appropriano della Liberazione vogliono modificare. Non esiste. E tanto meno esiste – per parlare un po' male dell'orticello d'opposizione – sentire da Franceschini una cosa del tipo: “Se Berlusconi vuole partecipare al 25 Aprile deve gridare Viva la Resistenza!” Cos'è, una vendetta tipo quelle dei bambini all'asilo? Ora, d'accordo che c'è chi dice che per far politica non servano doti eccezionali (anche se in Italia si esagera, e non poco...) ma così mi sembra veramente una cosa inascoltabile (direi infantile, ma non vorrei che i bambini dell'asilo se la prendessero...). Come non esiste equiparare Resistenza e repubblichini, che in comune avevano probabilmente solo la lettera iniziale. E' vero, anche i neri erano ragazzi, tutto quel che vi pare, ma erano dalla parte sbagliata. Che piaccia o meno. E non ci si può fare niente, visto che la storia – nonostante i tentativi del governo – non si cambia, tanto meno a proprio favore, altrimenti arriveremo davvero a festeggiare il 25 Aprile come il “giorno dei caduti di Salò”. Credo non manchi molto a tale evenienza, visto che stiamo assistendo al primo caso di “fascista anti-fascista” della storia dell'uomo.


La verità è spesso là, dove i più non la cercano.

In questo paese, alle volte, succedono delle cose strane. Molto strane.
In questo paese, alle volte, quelle cose strane rimangono tali per molto molto tempo.
In questo paese, alle volte, quelle cose strane oltre ad essere strane di per sé, sono fatte da tante storie. Storie di uomini e donne che – da una parte o dall'altra – scrivono, ognuno a modo proprio, i capitoli che compongono quelle stranezze.
In questo paese, alle volte, molte di quelle persone che si ritrovano invischiate in quelle storie, diventano personaggi scomodi, pericolosi. Ma non perché commettono delle cose brutte. Tutt'altro. Diventano scomode e pericolose perché svolgono il loro dovere.

Come in tutte le storie, anche in quelle strane ci sono i protagonisti ed i comprimari, quelli di cui sui giornali leggi vita, morte e miracoli, e quelli di cui non si sa praticamente niente ma che magari svolgono un lavoro molto prezioso per i protagonisti.
In entrambi i casi, che tu sia protagonista o gregario, in questo paese se ti avvicini troppo a “certe verità” rischi di non arrivare a fine giornata. Fino a 14-15 anni fa, quando diventavi un uomo pericoloso ti sparavano in strada o ti mettevano del tritolo nella macchina parcheggiata di fianco alla tua o su un tratto autostradale che sapevano che avresti percorso.
Oggi è un po' diverso. Perché oggi, quegli stessi apparati che mettevano le bombe hanno imparato a fare un “servizio pulito”. E quindi usano altri metodi, come farti passare per quel che non sei o mettendo in giro voci totalmente false, con le stesse modalità utilizzate dalla camorra. Ma quel che sta avvenendo a Gioacchino Genchi non ha niente a che fare con la camorra. Quel che sta accadendo a Gioacchino Genchi ha a che fare con un'ombra, una strana – e pesante – ombra che, a voler guardar bene, fa parte di questo stato più o meno dagli anni '60.

Per capire perché il dott. Genchi è considerato un personaggio scomodo dobbiamo fare un viaggio. Nello spazio e nel tempo, perché torniamo alla Palermo di 17 anni fa. E' il 19 luglio 1992, sono passate appena 2 ore dalla strage di via D'Amelio con la quale si è interrotto il lavoro compiuto – sui mandanti dell'omicidio del giudice Giovanni Falcone, avvenuto il 23 maggio dello stesso anno – dal giudice Paolo Borsellino (e poco tempo è passato dalla sottrazione della borsa contenente la “famosa” agenda rossa del giudice, mai più rinvenuta). Genchi individua, incrociando dei tabulati telefonici, il luogo da cui sarebbe stato azionato il radiocomando dell' esplosivo utilizzato per la stage nel castello di Utveggio, Monte Pellegrino dal quale si sovrasta via D'Amelio (quindi ottimo punto di osservazione per la strage). Secondo Salvatore Borsellino (fratello del giudice) in quel castello si sarebbe celata una base del Sisde. Da quel luogo partono strane telefonate che s'incrociano con il cellulare clonato di un boss di Cosa Nostra, Giovanni Scaduto. Con gli uomini che in quel periodo “abitavano” il castello aveva collaborato anche Bruno Contrada, numero 3 dello stesso Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica, lo stesso Contrada che verrà poi condannato per i suoi rapporti con la mafia (quindi fare 2+2 non è una cosa così avulsa dalla realtà no?).

In questo lungo arco di tempo il dott.Genchi abbandona la divisa (è in aspettativa, per altro concessa anche da quegli stessi organi istituzionali che oggi lo attaccano) per andare a rinchiudersi in un bunker sotterraneo dal quale fa “parlare” i tabulati telefonici delle inchieste che via via gli vengono affidati. Si occupa di moltissime inchieste importanti sulla mafia, la 'ndrangheta, i rapporti tra mafia e politica (ed anche quelle per la scomparsa della piccola Denise Pipitone). I suoi nemici così diventano molti, come ogni qual volta che un fiero servitore dello Stato si scontra con i poteri del “para-Stato” (o anti-Stato, che dir si voglia) e che oggi sono nella sala dei bottoni dello Stato “regolare”, di quello stesso Stato che il più delle volte nell'eterna lotta alla criminalità organizzata non solo si è sempre chiamato fuori, ma spesso ha combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Come sappiamo, quando qualcuno si “imbatte” in determinati poteri, in poteri criminali e/o massonici, indipendentemente dall'ideologia che perseguono gli uomini che a questo potere hanno prestato giuramento, esso invece che disintegrarsi si ricompatta. Si ricompatta contro l'uomo che tenta di disintegrarli. Ce lo ha spiegato anche Roberto Saviano in quello splendido speciale da Fazio di qualche tempo fa: chi persegue quel “sistema” facendo solo il proprio dovere viene isolato ed impossibilitato nel procedere nel proprio lavoro. E' così anche con il dott. Genchi, sul quale – seguendone le vicende tra organi d'informazione e internet – si può leggere una florida letteratura mistificatrice e diffamatoria, che vuole che lo stesso abbia effettuato qualcosa come 350.000 intercettazioni. Sono parole del premier, forse dimentico che il dott. Genchi non si occupa di intercettazioni, ma di ciò che si fa con quelle intercettazioni, cioè incrociarle al fine di risolvere le indagini (motivo per cui è stata fatta la legge sulle intercettazioni). Così come, in quell'opera di demolizione del "public enemy" non si è certo tentata ogni via per demolire la figura del dott. Genchi, se è vero – come è vero ed accertato – che forti spifferi dalle procure arrivavano ai giornali; Panorama e Libero – due organi di stampa non certo idiosincratici con il premier - hanno infatti spifferato delle indagini su Prodi e Mastella portate avanti da Luigi De Magistris. Che sia solo un caso? Come ci avvisò a suo tempo proprio il premier il “caso Genchi” sarebbe stato lo scandalo più grande della Repubblica Italiana. Ed i suoi adepti...pardon, i suoi “collaboratori”, possono anche portarlo avanti questo scandalo, ma poi dovranno aspettarsi una risposta. E non credo che quella risposta sia per loro tanto piacevole. Parlando proprio dell'ultimo caso in cui si è trovato a lavorare Genchi, cioè le inchieste dell'ex pm De Magistris si può sentire il rammarico per aver de facto posto fine alla carriera del sostituto procuratore – oggi candidato alle elezioni europee per IdV. Quello stesso rammarico provato dal maresciallo della finanza Silvio Novembre nel collaborare con Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore nella seconda metà degli anni 70 della Banca Privata Italiana appartenuta a Michele Sindona. Quello stesso Ambrosoli che gestì l'incarico affidatogli con estrema professionalità e correttezza e che per questo pagò con la vita: venne ucciso l'11 luglio 79 da un killer di Cosa Nostra assoldato dallo stesso Sindona, il quale volle vendicarsi del fatto che Ambrosoli mantenne sempre la schiena diritta, anche quando si scontrò con i “poteri forti” di questo paese. Ma il “sistema” alle spalle del bancarottiere volle anche dare un esempio: nessuno si azzardi più a comportasi come Ambrosoli. Di fronte a certi interessi bisogna piegarsi, altrimenti si paga con la vita.

Ma qual'è il reato contestato al dott. Genchi?

A Gioacchino Genchi vengono contestate delle interrogazioni all'anagrafe tributaria inerenti all'identificazione di codici fiscali, denunce dei redditi ed intestazioni telefoniche non riconducibili alle indagini che svolgeva. Peccato che non vi sia alcuna prova incontrovertibile di ciò. In ogni caso dell'affaire Genchi se ne sta occupando la Procura della Repubblica di Roma. Quella stessa procura che vede tra i suoi frequentatori alcuni degli uomini finiti nelle cuffie del dott. Genchi. Perché in questo paese succedono cose strane. E chi viene colpito da esse non può rimanerne immune. In un modo o nell'altro.

(Dis)Uniti contro il razzismo.

Ginevra- "Uniti contro il razzismo". E' questo il titolo - e quindi il leit-motiv - del vertice Onu che in queste ore si tiene a Ginevra, Svizzera. Vertice da tutti etichettato come "Durban 2", dal nome della città sudafricana dove si tenne la prima conferenza sul razzismo, nel 2001. Allora parteciparono oltre 160 paesi, migliaia di ong e oltre 18.000 persone. Allora più che un vertice contro il razzismo, divenne un vertice contro Israele, accusata di essere l'unico Stato al mondo "razzista". Durban 2, così come ci dicono i commentatori internazionali, sembra andare ancora su quella falsariga (basti pensare che nella "Dichiarazione Finale" presentata dalla Conferenza Islamica altro non è che un'opera di "copia e incolla" del documento finale del 2001). Tra i tanti paesi coinvolti sono almeno 3 quelli che "colpiscono". Due per la loro assenza ed uno - di contro - per la sua presenza.
Gli assenti, oltre a Olanda, Germania, la stessa Israele, Australia e Canada sono gli Stati Uniti d'America e l'Italia. Il presidente Usa Obama si è giustificato dicendo - cito testualmente quanto riportato da Repubblica -«Io sono un presidente degli Usa che crede nel multilateralismo e nelle Nazioni Unite, ma non posso accettare un linguaggio controproducente come quello proposto. Ho detto al segretario Ban Ki Moon che siamo felici di aiutare l'Onu, ma questa non è l'opportunità giusta». Che, tradotto con una punta di malizia, si potrebbe interpretare così:«Io sono il presidente del paese che più di tutti è "amico" di Israele [non sia mai che s'incazza e ci lancia un pò di testate nucleari oltreoceano...] quindi non posso proprio partecipare.»
Noi vabbè, meglio che non ci siamo così evitiamo di fare l'ennesima figura di merda a livello planetario. Anche perché checché ne dica e pensi il premier a livello internazionale valiamo quanto il due di denari a briscola. Ufficialmente non ci andiamo perché "non vi è il rispetto della libertà di espressione", che detto da noi, in questi giorni, francamente...
Ma tra i tanti partecipanti ce n'è uno che sovrasta in "colpo mediatico" tutti quanti, anche l'assenza degli Stati Uniti. Il Vaticano. Nossignore, non avete sbagliato a leggere, uno degli stati partecipanti è proprio quello governato da BennyXVI. Possibile? Io sono rimasto di sasso quando l'ho letto, e con me Natan Sharansky, difensore storico dei diritti umani in Israele[didascalia di Repubblica.].
« Lavorare insieme per porre fine ad ogni forma di razzismo, discriminazione e intolleranza». Queste le motivazioni che spingono il Vaticano a partecipare. Ora, eliminando l'ipotesi che nella notte Berlusconi sia diventato pure Papa - quindi eliminando l'ipotesi che questa frase sia una delle solite barzellette - come dice lo stesso Sharansky o il Papa non ha capito di cosa si parla al vertice oppure c'è da preoccuparsi, perché con questa mossa si può meglio comprendere il potere della Chiesa ed i tanti comportamenti espressi in passato.
La domanda con cui chiudo comunque è questa: in un vertice che ha come obiettivo principale quello di combattere (almeno sulla carta) le discriminazioni, mi spiegate che cazzo ci fa tra i partecipanti uno Stato nazionale che nega i diritti degli omosessuali (oddio, ce ne sarebbe più di uno ad esser sinceri)?

E' proprio il caso di dirlo: mistero della fede...

L'Inchiestatuni


Al civico 11 di via D'Annunzio ho visto delle lesioni sui muri. Ho chiesto spiegazioni e mi hanno risposto che la situazione era sotto controllo. Nicola, caro viceministro, è stato ucciso dall'imprudenza delle istituzioni." Lettera a Guido Bertolaso di Sergio Bianchi, padre di Nicola, 22 anni, studente morto nel terremoto. (dalla striscia rossa su L'Unità del 14 aprile 2009)

Niente. Proprio non ci riesco a non scrivere sul terremoto. E' più forte di me. Forse perché quella sottospecie di “anima giornalistica” che ho mi dice che lì sotto, tra quelle macerie, tra quei palazzi rimasti intatti, ci sono parecchie cose che non vanno. E che quindi devono essere raccontate. Ok, forse da lontano non è il modo migliore per rendere giustizia, ma per il mio modo di essere, probabilmente, questo è l'unico modo per non scrivere post di sole “male parole”. Non so se essere contento o meno del fatto che l'inchiesta che partirà – o dovrebbe partire – sia stata definita la “madre di tutte le inchieste” [aspetto che dà il titolo a questo post, parafrasato da un vecchio film sulla mafia intitolato “l'Attentatuni”], perché ormai ho fatto l'abitudine a vagonate di slogan che si risolvono nel nulla assoluto.
«La tragedia di oggi inizia 40 anni fa» dice a L'Unità Gianni Frattale, 60enne costruttore aquilano e figlio di costruttori. «Se allora avessero rispettato le regole...». Ecco, è questa una delle frasi che più mi rimbombano nella testa...più che altro mi chiedo se in 40 anni sia possibile non accorgersi di palazzi che si mantenevano in piedi per scommessa, o di come in 40 anni nessuno si sia accorto che alcuni pilastri invece che essere 80x80 erano 30x60. Tra i capi d'accusa non c'è il dolo, perché – come ci diceva giustamente Marco Travaglio – nessuno costruisce un ospedale con la chiara intenzione di fare dei morti. Però. Secondo me c'è un però immenso, perché mi chiedo se chi costruisce con materiali scadenti , ed ovviamente sa di farlo o chi non controlla che quei cantieri siano a norma e che in quei cantieri si costruisca tutto a norma, non sia da considerare in qualche modo “consapevole” dell'omicidio che potrebbe perpetrare. «Scopriremo di chi è la colpa» dice il procuratore Alfredo Rossini. Perché, non si sa di chi è la colpa? Non si sa chi erano i costruttori, chi erano i controllori? Non si sa quali erano le aziende che avevano vinto gli appalti? Quali erano le aziende alle quali erano affidati i lavori? Mi sembra ci sia poco da “scoprire” no? D'accordo, forse così ragiono in maniera sommaria, in maniera da “Santa Inquisizione”, ma nel momento in cui so che la multinazionale che aveva costruito l'ospedale è la stessa che sta costruendo la linea ferroviaria sulla quale potrei viaggiare, o quella che ha vinto l'appalto per il ponte sullo Stretto di Messina o per le centrali nucleari tanto amate da premier e affini, francamente ho seri dubbi che tutte queste opere siano costruite rispettando le norme. Ma a proposito dell'ospedale. Titolo a pagina 6 di Repubblica: “L'ospedale? Sconosciuto al catasto. Non ha mai avuto l'agibilità”. E qui mi incazzo per davvero. Ma come? Per 12 anni quell'ospedale è stato utilizzato quotidianamente e nessuno si è mai accorto che quella struttura non era stata dichiarata agibile? Possibile che non ci sia un cavolo di cristiano dentro a quell'enorme macchina burocratica del catasto che non si sia mai accorto di una cosa simile? Ora, non sono un esperto, ma non credo ci voglia una mente particolarmente arguta per capire una cosa simile no? Basta che qualcuno che sappia leggere le carte le legga. Basta poco, che c'vò (come direbbe Giobbe Covatta)? Io non so se sia meglio rispondere con “nessuno le ha mai lette” oppure con “qualcuno le ha lette, ma ha fatto finta di niente”, perché nel primo caso vuol dire che nessuno è in grado di fare il proprio mestiere [ed in questo paese in cui si mandano nani, ballerine, giullari e pornostar in Parlamento potrebbe anche essere...], oppure, secondo caso, bisogna capire il perché di tale distrazione.
Una delle tante distrazioni ce la spiega bene Roberto Saviano sulla Repubblica, in quanto, non lo dimentichiamo, in Abruzzo – come nella gran parte del paese – le mani di quella che una volta veniva chiamata “Piovra” si sono allungate già da un po'. Il settore di riferimento – traggo da L'Unità – è quello «degli appalti e dello smaltimento dei rifiuti attraverso la costituzione ed il trasferimento in Abruzzo di società che potrebbero servire da un lato come serbatoio per il riciclaggio di denaro sporco e dall'altro per ottenere finanziamenti pubblici e appalti per lo smaltimento dei rifiuti» . E la ricostruzione è un'occasione d'oro per le aziende in odore di malaffare. Già il fatto che, con l'avvento della cordata capeggiata dalla Impregilo nel 1991 [allora si chiamava Cogefar Impresit] il costo totale dei lavori sia passato da 5 milioni di euro preventivati a ben 100 milioni [no, non avete letto male, c'è scritto proprio “cento”] avrebbe dovuto non dico far pensare, ma per lo meno qualcuno si sarebbe dovuto incuriosire a questa repentina impennata dei costi no?
Altro punto di “scontro” è e sarà il reperimento dei fondi per il sostentamento alle popolazioni colpite dal terremoto. Sinceramente le soluzioni fornite in questi giorni dal ministro della Diseconomia TVemonti non mi sembrano molto “da ministro”, sarebbero più congeniali a qualche azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Lotterie? 5X1000? Allora: le Lotterie mi sembrano tanto delle cretinate [certo, in mancanza di altro...] perché rimettono ai giocatori – spesso operai o lavoratori dipendenti – il costo della ricostruzione. Il 5x1000 è ancor peggio, in quanto esso è destinato alla ricerca ed al volontariato, che non navigano certo nell'oro. Certo, in mancanza d'altro...In realtà dell'altro ci sarebbe, ma ci toccherebbe andare a scontentare un po' di personaggi in quel del Vaticano, levandogli un po' di soldini di cui solo la minima parte è veramente destinata ad opere caritatevoli [l'8x1000, la cui destinazione è spesso a favore delle “sante saccocce dei colletti di cartone”, salvo rare eccezioni....], oppure si potrebbe diminuire le spese per gli armamenti, tanto per dirne un'altra...
Veniamo poi, sul finire di questo lunghissimo post, ad una cosa che mi ha colpito profondamente, e cioè la notizia, raccolta in rete e poi verificata su L'Unità, della presenza di una casa dello studente costruita un paio di anni fa e che non è praticamente stata scalfita dal terremoto. Nessuno la abitava. Sapete perché? Perché necessitava di un esborso economicamente poco conveniente. E su questo punto lascio a voi ogni commento.
Image Hosted by ImageShack.us Io credo una cosa, e con questa considerazione chiudo il post: su questa faccenda quella specie di “giornalismo alternativo” che sta nascendo in rete con i blog, i forum, il citizen journalism debba rimanere vigile sulla ricostruzione, debba in qualche modo far arrivare alla gente la “vera” voce della tragedia, visto e considerato anche che ci sono tanti paesini dai quali non si hanno notizie... Perché, come stiamo vedendo, il giornalismo ufficiale non se ne occupa – se non per elogiare fantomatici interventi di Sua Emittenza – e quei pochi che se ne occupano come dovrebbero e che poi sono sempre i “soliti noti” [Santoro] vengono tacciati di sciacallaggio [certo, Santoro&Co. Stanno avendo degli ottimi maestri tra i “trombettieri di Arcore”, o mi sbaglio?], in attesa del prossimo “editto bulgaro”...Io, per quel che è nelle mie possibilità, ci proverò, ma spero di non essere il solito “predicatore nel deserto”.

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Non c'entra molto con il post, però questa va fatta vedere: Domanda: ma il voto di scambio non era reato in Italia?
Poveri abruzzesi, sono passati dall'amico della Sanità all'amico "per voto"...

Filippo Facci...ride

Ok, lo ammetto: questo post non ci sarebbe se questa mattina oltre a Repubblica non mi fossi”rifornito” anche di quel – come direbbe Marco Travaglio - “giornale che ci si sporca anche solo a tenerlo in mano” il cui editore sappiamo tutti chi è. Incuriosito da un'intervista al sig.K, noto negli anni '70 come KoSSiga, che è ormai un annetto e più che dice che bisogna tornare a spaccare un po' di teste tra i giovani (in particolare se giovani, insegnanti, e di sesso femminile...) e nella quale poi non c'era scritto assolutamente niente, in prima pagina c'è un'altra notizia che, in qualche modo, cattura la mia attenzione: “I furbetti del web. Con il marchio Beppe Grillo vendono sesso e pannolini”. Non ho letto il nome del giornalista autore dello scoop. Solitamente guardo più alla sostanza che non alla firma. Comunque, vado a pag.4 di quel famoso giornale ed inizio:

Con Beppe Grillo e Marco Travaglio tu odi i politici, odi i giornalisti, odi in generale e al tempo stesso trovi lavoro, trovi sesso e trovi anche soldi. La dimostrazione definitiva che Grillo e Travaglio sono solamente dei cinici commercianti di odio civile (da vendere a un ben individuato target di beoti, spesso poveri ragazzi in buona fede) è fornita una volta per tutte da beppe grillo.tv, sito non ufficiale dove i contenuti del blog ufficiale sono replicati per attirare lo stesso pubblico e quindi piazzare prodotti degni del brand che rappresenta”...eccetera eccetera (quel "tu" di apertura tra l'altro non si sa a chi sia riferito, ma vabbè, andiamo oltre...).

Cazzo (scusate il francesismo...) mi son detto: qui c'è qualcosa di strano...anche perché quest'articolo l'ha scritto quella “grandissima firma invidiataci dal giornalismo mondiale, ed anche della Via Lattea” che risponde al nome di Filippo Facci. In questa sede ribattezzato Filippo Facci...ride. Eh sì, perché per tutto l'articolo [cioè una pagina intera di quel “coso” chiamato il Giornale...] non si fa altro che associare questo (come il suo “gemello” marcotravaglio.tv) ai veri Travaglio e Grillo, i quali – ovviamente – non hanno niente a che fare con questo sito. Anche perché, cosa che forse il nostro ignora, quelle pubblicità te le impongono all'apertura del blog (ce le avrebbe anche Señor Babylon, ma le ho disattivate perché questo è un blog “NO-LOGO”, quindi senza pubblicità...). Comunque una piccola finestrella in alto a destra (quando si dice il caso...) recita: “Doppia faccia. [...]Solo che la situazione sembra essere sfuggita di mano al comico genovese. Fautore della libera informazione in rete, adesso deve rispondere di un sito, beppegrillo.tv dove accanto ai soliti video del V-Day e alle interviste, si trovano consigli su come trovare lavoro, come diventare ricchi, e anche link tipo: «Trova la tua bellezza russa oggi», che porta a un sito di appuntamenti.. Ora, tralasciando il fatto che ci ha dato dei beoti (che detto da lui può anche essere un complimento, sempre se conosce il significato del termine...) se io fossi un giornalista famoso e qualcuno aprisse un sito con il mio nome eventualmente io sarei la parte lesa, e non il colpevole (ma da quelle parti con il diritto ci si litiga da molto tempo...e quando non ci si litiga ci si fa su una bella legge ad personam). Ma poi, sul finire della prima colonna, lo stesso Facci si smentisce scrivendo “beppegrillo.tv e marcotravaglio.tv, parenti illegittimi fondati non si sa da chi: e vai a sapere chi accidenti sia quell'Hernando Pereira che risulta aver registrato i domini”. Da ciò si evince che né Grillo né Travaglio siano i proprietari effettivi del sito. A meno che non si voglia inisinuare dell'altro (e visto di chi stiamo parlando) . E che – ripeto – quelle pubblicità sono un “obolo” da pagare per mantenere attivo il sito, indipendentemente sia dal tipo di pubblicità profferta (si sa che “certa pubblicità” tira molto di più, in particolare se devi “scalare” i motori di ricerca) e sia dal proprietario del dominio, quindi tutto il “grande castello accusatorio” si scioglie come neve al sole.

Ah, tra l'altro il nostro non-giornalista (se l'hanno data a lui l'abilitazione c'è speranza per tutti...) chiude il suo articolo scrivendo Per chi si fosse messo ora all'ascolto in questo momento: stiamo navigando in un sito dove le pubblicità, mischiate ai contenuti, sono ovviamente commisurate al livello culturale e cerebrale attribuito ai frequentatori: i sostenitori di Grillo & Travaglio”. Tralasciando gli insulti, che stranamente sono possibili sul giornale del “boss” mentre da altre parti per aver detto la Verità si epurano i vignettisti, uno che su un giornale scrive “per chi si fosse messo ora all'ascolto” merita davvero un premio....quale decidetelo voi.

Gaza: l'offensiva dell'agnello

Questo è un post di parte. Ok, tutti i miei post sono di parte, ma questo mi vede ancor più schierato del solito. Quindi chi stesse cercando l'obiettività sappia fin da subito che qui non la troverà di certo [come in tutte le parti di questo blog].

Dopo questa piccola premessa veniamo al dunque. Veniamo alla materia del contendere. E usciamo – direi finalmente vista la mia esterofilia – dai confini nazionali per spostarci in uno Stato “senza territorio”. Per farla breve, e per specificare a scanso di equivoci, ci spostiamo in Palestina.







Questi video [che chi legge da Facebook può trovare in homepage] arrivano dritti dritti dal sito del quotidiano britannico “The Guardian” e ci parlano di qualcosa che qui in Italia sembra essere un discorso da non affrontare, manco fosse un discorso si mandanti degli omicidi del'92 o sulle Stragi di Stato [e chi lo fa, come AnnoZero, viene accusato di non essere obiettivo e di fare un uso criminoso del servizio pubblico...]. E cioè che in una guerra tra chi difende la propria terra – cioè il popolo palestinese - e chi offende – cioè gli israeliani - quelli “brutti sporchi e cattivi” non sono quelli con la kefiah. Ok, è vero, da che ho memoria sono sempre stato filo-palestinese, quindi un'affermazione del genere è scontata. Ma, prima che qualcuno mi dica che essendo pro-Palestina sono favorevole ad Hamas dico subito che – come ho scritto alcune righe fa – sono al fianco del popolo palestinese e non certo al fianco di un branco di terroristi. Certo, su quest'ultimo -”terrorista”, appunto – ho alcune questioni in sospeso tra i miei neuroni, i quali si chiedono se questo termine debba essere inteso “alla maniera internazionale”, dove cioè per terrorista si intende il significato comune, “da dizionario”, del termine, oppure alla maniera “americana”, cioè “un terrorista è uno che ci serve per combattere il nemico” - vedasi ciò che è stato fatto con Bin Laden e compari in Afghanistan ai tempi della Guerra Fredda - “e che poi, quando non ci serve più lo dobbiamo levare di mezzo, non sia mai che sparli sui casini che combiniamo in giro”. Comunque, io non ho mai capito una cosa dell'annoso problema dello “schierarsi” dall'una e dall'altra parte, in particolare in Italia: per quale motivo in una guerra non certo “obiettiva” [vista la diversità di potenza e potenziale bellico delle parti in causa...] quelli che fanno 13 morti e 140 feriti [i dati li prendo dal piccolo banner che potete trovare nella colonna a sinistra] debbano essere considerati la parte “cattiva”, mentre chi occupa abusivamente i territori, usa bambini e civili innocenti come scudi umani, usa armi al fosforo bianco ed all'uranio impoverito, spara su ospedali ed ambulanze nonostante evidentissimi segni di riconoscimento ( tutte cose che – ricordo – sono assolutamente vietate dal diritto internazionale che cita tutte queste operazioni sotto la voce “metodi di violazione dei diritti umani”), viene considerato come “il povero agnellino da salvare”. Peccato che sotto quell'agnellino si celi un lupo famelico, accompagnato non di rado dallo Zio Sam. Ed in particolare non capisco perché un missile Quassam palestinese comporti un'edizione speciale di tutti i telegiornali nazionali con ampi richiami sulla carta stampata, mentre un missile israeliano che colpisce volutamente (?) un ospedale con 3.000 bambini venga sottaciuto. Ma vabbè, in questo paese le verità in qualche modo “scomode” te le raccontano – forse – con una trentina d'anni di ritardo...Termino qui il post, anche perché avendo già dichiarato la mia “appartenenza” in una faccenda simile mi sembra inutile evidenziare ancora di più tale posizione con altre parole...

Vi invito in conclusione a firmare la petizione






Sign for Per un'indagine internazionale sui crimini israeliani a Gaza







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In questi ultimi giorni gran parlare di nuovo del “caso-Santoro”, io – ovviamente – mi schiero a favore di Santoro e di AnnoZero, sia per personale simpateticità con il giornalista e la sua equipe e sia perché gli “sciacalli” sono altri, sono quelli che danno i dati auditel della sciagura o che danno del “vergognoso” alla stessa trasmissione dimentichi di ciò che i telegiornali da loro diretti hanno fatto nei giorni precedenti.

Stranezze abruzzesi

Non so se a voi è mai capitato di interessarvi a qualcosa e non riuscire a distaccarvene. A me sta succedendo con il terremoto in Abruzzo. C'è la voglia di parlare di altro, per il semplice motivo - come sostenevo in un precedente post - di non essere in grado di parlare di una tragedia simile. Allo stesso tempo però c'è qualcosa che mi tiene "legato" a quei fatti, come a dire che non posso chiudere quella pagina per parlar d'altro. Forse perché più passa il tempo e più la mia convinzione che quella tragedia poteva essere - se non evitata, visto che un terremoto non si può evitare - in qualche modo limitata viene consolidata. In particolare se, come sta venendo fuori in questi giorni, qualcuno si è de facto arricchito sulla pelle di - al momento - 291 persone.

Ma siamo proprio sicuri che siano 291?


Alle volte succede di apprendere delle sfaccettature di alcune cose e metterle lì, in un angolino, in attesa di non si sa bene cosa. Io l'ho fatto con una news datami da mia madre inerente al fatto che era stato impossibile riconoscere alcuni corpi e che questi erano sepolti solo con dei numeri come strumento identificativo. "Forse erano stranieri", o chissà quale altro motivo c'era sotto una cosa simile. Comunque non è che gli avessi dato poi tutto questo "peso". Finché...
[qui il link del video per i lettori di Facebook]
Finché non mi capita tra le mani, grazie a Facebook ed all'amico Alessio, il video che potete vedere. E quella piccola informazione di ieri torna prepotente a prendersi la "prima pagina" della mia mente, come a dire: "hai visto che tanto inutile non ero?".
Mi hanno sempre insegnato che per avere una "prova", una "notizia" siano necessarie tre prove. Francamente alla luce del video riesco a trovarne almeno due (ed avendo fatto una seppur breve ricognizione in rete la promozione di questo video non mi sembra tanto una bufala...[il blog dell'autore lo potete trovare cliccando qui: http://www.byoblu.com/]). Quindi mi serviva l'ultima prova. Ultima prova trovata - con non molta difficoltà ad esser sincero - inserendo "affitti in nero in Abruzzo" come chiave di ricerca su Google. A dir la verità ho fatto questa ricerca per mero scrupolo, visto che il problema degli affitti in nero è un problema nazionale [e visto che è un problema "vero" ovviamente nessuno ne parla...] e se queste supposizioni del video trovassero riscontro non ne sarei affatto stupito. Solo supposizioni "pilotate"? Mah, francamente non lo so. La prova "provata" di quanto sostenuto dal video non ce l'ho. Ma in questo paese mancano le "prove provate" anche delle più grandi stragi di Stato, figuriamoci se posso trovarle in questa piccola notizia. Lascio a voi giudicare, io continuo a sostenere che in tutta questa faccenda qualcosa di "marcio" ci sia. E più passa il tempo e più se ne trova...Se volete avere delle "fonti dirette" cliccate qui: http://miskappa.blogspot.com/

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Note a margine: Avete presente i quattro rumeni processati per direttissima per "sciacallaggio"? Come riporta oggi Repubblica i quattro sono stati assolti perché "il fatto non sussiste", visto che i signori erano andati a riprendersi solo i loro effetti personali, cosa che non era ritenuta possibile da un volontario che li aveva visti avvicinarsi all'abitazione dove lavorava una badante (probabilmente conoscente, non so...).

Domande...

Ci sono tante cose che mi sto domandando in questi giorni, tante domande che mi girano in testa, tante cose che non riesco a capire e tante altre che - purtroppo - capisco fin troppo bene. Ci sono tante cose che non mi tornano inerentemente alla tragedia abruzzese, cose che non mi tornavano all'inizio e che di certo non trovano risposta con il trascorrere del tempo. Non ora che tutti i miei dubbi da non esperto in materia stanno trovando conferma sempre più ampia in chi, almeno sulla carta, un esperto lo è.

"Se parliamo di sollecitazioni, di grado di accelerazioni pari a quelle registrate all'Aquila, il cemento armato se fatto a regola d'arte, deve reggere". Sono parole di Paolo Buzzetti, presidente dell'ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili. Fin dall'inizio ho avuto la sensazione che qualcosa di strano ci fosse dietro a quella tragedia, dietro al fatto che il cemento armato non si deve sgretolare in quel modo, non è possibile. A meno che...A meno che, come sta venendo fuori in questi giorni in quei palazzi, in quelli costruiti negli ultimi 30 anni, non c'era né cemento e tantomeno armato. Perché? Io veramente non le capisco queste cose. Sarà che sono forse troppo stupido per arrivarci, o forse le ho capite talmente bene che voglio far finta di non capirle. Ma mi chiedo con quale umanità si possa pensare di fare un pilastro portante di 30x60 quando dovrebbe essere 80x80. Mi chiedo con quale umanità si possa sostituire la sabbia di cava utilizzata per il cemento con sabbia di mare. Mi chiedo perché, nonostante lo sciame sismico sia iniziato ad ottobre non siano stati fatti controlli o cose simili...Poi capita di sentire di spranghe di ferro nei pilastri portanti dei palazzi marce, di - appunto - cemento che tutto è tranne cemento...E lì inizi a capire qualcosa, e a chiederti se la colpa non sia da attribuire a qualcosa di umano. Certo, non la colpa del terremoto, ma per lo meno quei 289 corpi, quelle 289 vite spezzate a qualcuno devono essere andate di traverso! Perché chi usa un cemento scadente, chi fa pilastri più piccoli di quelli che dovrebbero essere, sa esattamente quel che fa. Ed ognuna di quelle vite deve rimanergli sulla coscienza. Sempre se ne ha una ovviamente; e di questo ne dubito...Ok, gli imprenditori sono imprenditori. E i controlli? E quelli che hanno fatto costruire su zone che non erano sicure? Quelli che hanno controllato i palazzi e hanno detto "ok, va bene"? Riescono a dormire tutti questi signori? Riescono a dormire sapendo che per una mazzetta, per una non voglia di fare il proprio mestiere, mettono a repentaglio delle vite [terremoto o non terremoto]? Perché l'ex architetto della Regione Abruzzo con la "fissazione" per le regole urbanistiche - così come riportato da Repubblica oggi - è stato spostato qualche mese fa in un ufficio che fa contabilità di routine? E soprattutto, chi l'ha spostato?

Ok, forse questo post non ha granché senso, ma io non accetto che anche questa volta nessuno paghi. Perché l'errore umano è evidente. E puzza...

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In questi giorni di cattive notizie una cosa buona c'è stata. O almeno per me è una cosa buona, per Roberto Maroni non credo...Comunque, grazie a 17 persone che hanno evidentemente un'anima, grazie a quei 17 "franchi tiratori" come si usa in gergo, il famoso decreto-sicurezza è passato senza le ronde e senza a permanenza forzata fino a 180 giorni degli immigrati clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie).

Almeno una buona notizia ci voleva.

Ammodernamento dell'Italia e ricostruzione in Abruzzo: alcune (particolari) connessioni?

Di edilizia non ci capisco niente. Però in questi giorni - nelle cronache che arrivano dall' Abruzzo - ci sono due cose che mi hanno colpito: una è l'imbecillità di alcuni giornalisti del tg1 che o danno i dati auditel della catastrofe oppure, ancor peggio, bloccano le vie di accesso delle ambulanze per avere la "visuale migliore" per il servizio (inizio a chiedermi se non sia il caso di boicottare la rai come qualcuno paventava...). Ma vabbé, sui giornalisti-sciacalli c'è un'ampia e florida letteratura di cui non starò qui ad occuparmi.
Anche perché c'è un'altra cosa che mi ha colpito ancora di più:

come può una struttura di cemento armato crollare come fosse di cartapesta?

Ce l'avete presente tutti no? Ne hanno parlato nelle prime edizioni dei tg, poi più nulla. Chissà perché...
Beh, stamattina mi è arrivata una mail che mi permette di rispondere alla domanda di cui sopra: grazie ad Informazione Alternativa posso dirvi chi c'è dietro alla costruzione dell'ospdale. Ma prima vi elenco gli altri "possibili disastri" che sono stati affidati a questa ditta:


  • Emergenza rifiuti a Napoli;

  • Alta Velocità Ferroviaria (la TAV)per la quale spenderemo qualcosa come 66 milioni di euro. Sarebbero 32 (a fronte dei 10 spesi dalla Francia e dei 9 spesi dalla Spagna), ma sappiamo - per stessa ammissione dell'ex ministro Bianchi (governo Prodi)- che qualcuno ci deve mangiare sopra. Altrimenti non sarebbe un appalto italiano no? (qui la prima parte del video de Le Iene in merito...)

  • Autostrada Salerno-Reggio Calabria. Proprio in questi giorni questa ditta ha chiesto e ottenuto un prolungamento della consegna dei lavori di altri tre anni, ottenendo ovviamente altri fondi. (cliccate qui per l'approfondimento);

  • Ponte sullo Stretto di Messina;

  • Centrali Nucleari.
Insomma, praticamente su tutto quel che deve essere costruito in questo paese c'è la IMPREGILO S.p.A., i cui vertici - ovviamente - sono indagati in ogni dove dalle procure italiane. Nel passato, infatti, vari scandali e atti di corruzione e concussione hanno visto inquisiti i diversi amministratori delle società del gruppo Impregilo.All'estero, in particolare nei paesi dell'America Latina e dell'Africa, Impregilo in qualità di capogruppo è stata coinvolta e citata in giudizio rispetto a reati riguardanti l'ambiente e la salute delle popolazioni locali in cui le "grandi opere" venivano edificate.
Cercando qualcosa in rete sulle motivazioni che spingono Sua Emittenza ad affidare qualunque cosa alla Impregilo mi imbatto in una "teoria del complotto" (cliccate qui) di qualche annetto fa evidentemente che mi "illumina", come si suol dire. Eh sì, perché tra i tanti che sono transitati in quella cosa brutta e sporca che risponde al nome di Impregilo spicca un nome: GEMINA della famiglia Romiti, i cui rapporti con Berlusconi - in quel gioco di scatole cinesi delle partecipazioni azionarie - sono noti ed evidenti. Evidenti come il fatto che tra i tanti che - a suo tempo - beneficiarono della depenalizzazione del falso in bilancio c'era proprio Cesare Romiti. Quale sia il "favore" che Sua Emittenza debba scontare francamente non l'ho capito, ma deve essere stato bello grosso se Romiti ce lo troviamo ovunque...Ovviamente all'appello manca un altro dei "fedelissimi" di Sua Emittenza (in realtà è un "fedelissimo" bipartisan, visto che viene usato sia da destra che da sinistra...) cioè "the Crow" Bertolaso, ed è inutile che stia a ripetere la faccenda Bertolaso-Impregilo dell'inchiesta "Rompiballe" no? Come dire, gira che ti rigira la gente sempre quella è. Se poi andiamo a considerare che i vertici - plurindagati- della Impregilo sono stati definiti da Sua Emittenza "eroi" (così come a suo tempo nominò Vittorio Mangano)beh..qualcosa su cui riflettere ci sarebbe (vedasi lista di cui sopra e sismicità del territorio italico su tutto), o no?

In chiusura vi lascio una "chicca": un bel dossierino sulla Impregilo: http://www.terrelibere.it/impregilo.htm .

Lo chiamavano "servizio pubblico"

[cliccare qui per utenti Facebook]
Ci sono dei sogni che insegui per tutta la vita. Io il mio - quello di diventare giornalista - lo inseguo dal giorno in cui ho messo piede alle superiori (la "famosa" 1°H, che se è vero che l'h non si legge -come insegnano- mi sono fatto tutto il triennio, per me 4 anni ma lasciam perdere, in una classe senza sezione :P). Cioè dal giorno in cui un grandissimo professore - di quelli che ce ne sono rimasti pochissimi in questo paese - mi fece innamorare delle parole e di quello strano gusto che ha la ricerca delle parole giuste al fine di creare la sequenza di lettere che poi andranno a macchiare il foglio bianco per il "tema" (che era probabilmente l'unica cosa che veramente amavo fare quando andavo a scuola...), quando ti metti lì, vocabolario alla mano, a vedere se quel termine è esattamente quello che devi usare per dire quel che devi... Per me il giornalismo non è tanto un mestiere, quanto una vera e propria "missione". Una missione che ti porta a conoscere e a far conoscere quelle storie di cui nessuno sa o di cui nessuno parla, come la storia di Malalay Joya della quale scrissi sul mio vecchio blog (cliccate sul nome per visualizzare il post). Forse è anche per questo che adoro il giornalismo di Milena Gabanelli, di Marco Travaglio e di quella che considero l'esempio massimo da seguire, cioè Ilaria Alpi e che un giorno spero di poter fare mio (ma vabbè, questa è un'altra storia...). Sicuramente è per i motivi sopra elencati che ieri sera quando ho visto su facebook il video che potete vedere sopra mi sono chiesto quanta disumanità ci voglia per fare una cosa del genere. Io mi chiedo come si possa dare i dati auditel di una tragedia. Vabbè che abbiamo sicuramente - fatte salve alcune eccezioni - il peggior giornalismo del mondo, ma una disumanità del genere credevo di non doverla vedere. Perché nonostante i Vespa, nonostante i Fede, a tutto c'è un limite. Anche all'indecenza della nostra non-informazione. Mi chiedo con quale dignità si possa andare di fronte alle telecamere di una rete nazionale (e del servizio pubblico, cosa che per me è anche più grave...) e dire "mah, sapete, mentre la gente stava sotto le macerie, mentre la gente moriva e si disperava, noi facevamo il 10% di share". Lucrare sui morti, ecco cos'è! Ma si sa che qui, nei telegiornali delle non-notizie, nei telegiornali nei quali fai un pezzo da 10 minuti per dire quanti peli c'ha nel culo Berlusconi e uno da 30 secondi su una qualunque cosa che nel resto del mondo si chiama "notizia", più si rincoglionisce la gente e più il Gran Padrone è contento, non sia mai che a qualcuno venisse in mente di pensare. Scusate la poca diplomazia, ma una cosa del genere mi fa incazzare. Punto.

Bertolaso dimettiti!

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[clicca qui: http://zonesismiche.mi.ingv.it]

Lo chiamavano "il Corvo", come il film portato al successo da Brandon Lee. Perché dove c'è lui c'è una catastrofe. Alluvioni, terremoti, cataclismi di varia natura e lui è sempre lì. Peccato che ci arrivi sempre dopo. Prima è intento a dare dell'"imbecille" a chi gli dà contro [sembra che usi il termine così come Vittorio Sgarbi usa "culattone", come intercalare...]. Lo aveva fatto contro quegli "imbecilli" che avevano parcheggiato male le barche, lo ha rifatto nei giorni scorsi, quando ha additato con tale epiteto il sig. Giampaolo Giuliani (ricercatore ai laboratori del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, quindi non proprio quello che si dice un "predicatore solitario"...) e come se non bastasse lo ha anche denunciato per procurato allarme. Raccolgo la "provocazione" (ma fino ad un certo punto) di Beppe Grillo e la rigiro qui sul blog: chi denunzierà Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, per procurati morti? Perché è di questo che si tratta. Ogni volta che c'è un disastro annunciato, come nel caso del disastro abruzzese [qui l'intervista al sig. Giuliani] lui ci arriva sempre dopo. Quando invece le cose si potrebbero tranquillamente non dico prevenire (parola di cui in questo paese non si conosce il significato), ma per lo meno tentare di arginare. Gli hanno affidato la soluzione del "problema rifiuti" campano, e nonostante i proclami di Sua Emittenza la questione è ancora lì (chiedete agli abitanti di Chiaiano, ad esempio...), c'era nella disastrosa alluvione sarda (e da quel che so anche lì era stata prevista), e c'era nei giorni scorsi, quando a nulla sono serviti gli allarmi su ciò che sarebbe stato. Ma si sa, in questo paese si arriva sempre un secondo dopo. In tutto. Diciamo che il suo nome è purtroppo da collegarsi ai grandi disastri di questi anni (per usare un'espressione di Gasparri, riferita però al predecessore di Bertolaso, cioè Franco Barberi) potremmo dire che l'attuale ruolo di Bertolaso è quello di "sottosegretario alla Sfiga".
"La Protezione Civile ha commesso un grave errore, dimostrando prima di tutto una carenza di umiltà screditando gli studi di unricercatore che vorrei sottolineare" - dice Riego Gambini, responsabile del portale meteo Riviera Picena - "non è andato ad informare la stampa ma le istituzioni, senza considerare le mancate misure preventive rispetto alle sue ipotesi che ad oggi avrebbero potuto essere di aiuto alla popolazione colpita dal sisma"."E' vero" - continua Gambini - "nessuno di noi è ancora i grado di prevenire con esattezza eventi sismici, ma come è possibile screditare il lavoro scientifico di un ricercatore addirittura querelandolo, senza neanche prendere in considerazione la possibilità di adottare misure preventive? Bertolaso ha delle responsabilità in questo nella sua qualità di capo della protezione Civile e per questo dovrebbe ammettere l'errore commesso e rassegnare le sue dimissioni". Anche perché non crediate che il dott. Bertolaso (perché è di questo che si tratta, di un medico "che aiuta i negletti", come lui stesso dice) sia un'"anima candida" (vabbè, solo un fesso crederebbe che per arrivare a certi livelli si sia "immacolati"...): "colossale opera di inquinamento del territorio, posta in essere anche grazie a connivenze presenti ai più alti livelli e perseguita anche confidando nella possibilità di nascondere, proprio sotto le tonnellate di quei rifiuti (quelli campani, ndr) che si dovrebbero smaltire correttamente, la pessima gestione degli stessi"; ancora "Assoluta lontananza dall'anelito, o quantomeno, dal "mero" dovere di garantire il rispetto della legge e, attraverso queta, la tutela degli interessi pubblici sottesi, in favore di una attività preordinata solo a garantire l'apparenza della propriea efficienza ed efficacia di funzionari addetti"; "traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa". Sono alcuni dei passaggi dell' inchiesta "Rompiballe" sui rifiuti napoletani, nella quale sono stati accusati Bertolaso e gli uomini del suo staff [casualmente gran parte delle posizioni sono state stralciate...ma chissà perché??].

Io dico - in chiusura - una cosa che secondo me è di un'ovvietà disarmante, ma che forse lo è solo per me, visto che non viene fatto mai: chi sbaglia va a casa. Chi non è capace di fare il proprio mestiere (vuoi per incapacità, vuoi per "amicizie particolari" o quant'altro) deve essere rispedito immediatamente e senza troppi ringraziamenti a casa. Magari sostituendolo con qualcuno che è più capace (tipo a capo della protezione civile uno che si intende di calamità naturali è troppo difficile da individuare?). Quindi - oltre ad aggiungermi al cordoglio per la tragedia abruzzese - mi aggiungo anche alle - fortunatamente tante - voci che chiedono le dimissioni di Guido Bertolaso da capo della Protezione Civile.

Firmate la petizione, cliccando qui: http://www.firmiamo.it/bertolasodimettiti

La seta della Salamandra

Voi G8, noi 6 miliardi...


Ci sono delle cose che alle volte ti fanno sentire impotente. Ti fanno sentire piccolo piccolo di fronte al loro manifestarsi. Ci sono delle cose, come le calamità naturali, che ti fanno davvero sentire la cosa più microscopica che esista. Perché nonostante l'epoca estremamente tecnologica nella quale viviamo, l'epoca nella quale con un semplice click posso arrivare a miliardi di chilometri di distanza da casa, non puoi fare un cazzo per prevedere e fermare un terremoto. Non scriverò di quel che sta succedendo in queste ore in Abruzzo, sia perché ci sono gli organi di stampa nazionali preposti a ciò e sia perché – principalmente – mi sentirei abbastanza inadatto a scrivere di una cosa simile.
Solitamente preferisco interessarmi a ciò che l'intervento umano può modificare, può alterare.
Guardavo stamattina la puntata di giovedì di AnnoZero nella quale si parlava di quel che fino a ieri mattina c'era in prima pagina [almeno per Repubblica]: il G20 e la crisi economica mondiale.
Sarò di parte essendo io un new-global? Beh, sicuramente. So che in linea teorica dovrei essere obiettivo, visto anche che il mio futuro lavoro dovrebbe essere nel mondo del giornalismo. Ma ho maturato l'idea che la natura umana e l'obiettività non siano caratteri assimilabili.
Come al solito, quando i miei neuroni lavorano “a pieno regime” le domande che si insinuano nelle mie connessioni neuronali sono parecchie...Ed è proprio da una di esse che voglio partire, e cioè dal chiedermi perché se uno scippa un'anziana signora della pensione va – giustamente – in galera perché ha rubato alcune centinaia di euro mentre chi ha derubato in modo reiterato migliaia e migliaia di persone rimane comodamente al suo posto (e anzi, se sta in Italia, rischia anche di ritrovarsi in Parlamento..)? Perché, derubare migliaia e migliaia di anziani, di operai, di persone che mettono nelle banche i risparmi di tutta una vita dà diritto ad una specie di “bonus immunità” tipo quello del Monopoli? Per la serie “Hai pescato la carta giusta! Hai l'immunità dalle patrie galere”? Eppure in un paese che per certi versi è più incivile di noi, come gli Stati Uniti d'America (visto che loro hanno ancora la pena di morte, noi no...) uno che si è rubato un sacco di soldi oltre ad essersi dichiarato colpevole al processo (cosa impensabile nel nostro paese) è andato a finire in galera con una pena di – se non ho capito male – circa 150 anni (e lui, Bernard Madoff, di anni ne ha 71!!). No signori, qui c'è qualcuno che deve rendersi conto che il giocattolino si è rotto. Chi se n'è accorto finora? Non certo quei cari signorotti che in giacca e cravatta se ne stanno a blaterare di salvare gli istituti bancari, cioè i rei della situazione. Non certo quegli imprenditori che dicono “bisogna continuare a spendere” senza tener conto che oggi praticamente nessuno può permettersi di farlo, a parte loro che ovviamente non dichiarano tutto ciò che guadagnano e possono permettersi lo yacht megagalattico sulle spalle dei loro dipendenti! Se n'erano accorti alcuni signori circa un decennio fa, ma li accusarono di essere dei terroristi, degli incompetenti. Dei No-Global. Ma si sa che chi solitamente “predica nel deserto” dicendo cose giuste [e qui una capatina al terremoto abruzzese ce la farei...] viene additato come “pazzo” o “imbecille” nel caso italiano.
Io di certo non ho la ricetta per risolvere la crisi (anche perché altrimenti a quest'ora mica stavo qua a scrivere sul blog...), ma se un imprenditore di scarpe italiano mi viene a dire “il costo del lavoro in Italia è fuori mercato” lo contestualizzo nel sistema capitalistico e quindi capisco una cosa simile: “in Italia i lavoratori – cioè quelli su cui si fondano v eramente le aziende – sono pagati troppo nonostante si fanno un culo quadrato per vedere 1/100 di quello che guadagno io che non faccio un cazzo dalla mattina alla sera. Quasi quasi faccio come gli amici miei e delocalizzo inVietnam così prendo i bambini di 8 anni come fa la Nike e nemmeno li pago”. Ora, la frase di partenza è di Della Valle, pronunciata ad AnnoZero, la contestualizzazione è mia e generalizzata sul concetto di “imprenditore”. Io allora dico: perché me lo deve venire a dire uno che guadagna un centinaio di volte di più del suo operaio che il costo del lavoro è troppo alto? Un top manager guadagna qualcosa come 367 volte lo stipendio di un operaio. Non è che forse è un “tantinello” esagerato? O comunque fatelo dire ad un operaio dell'altoforno o della catena di montaggio se il costo del lavoro è troppo alto no?? Che poi, altra cosa che mi fa incazzare...”costo del lavoro” vorrebbe dire costo del lavoratore, cioè di un essere umano che fa il triplo della fatica che fai tu per mettere il pane in tavola tutti i giorni, però lui si barcamena per arrivare alla 3° settimana del mese [perché ormai pure la 4° è un miraggio...] mentre tu imprenditore ogni due giorni ti cambi la mega-barca con i soldi che hai risparmiato con la falsificazione della dichiarazione dei redditi dell'azienda oppure comprando manodopera non qualificata con co.co.co., co.co.pro e quant'altro...Perché non fare il contrario? Gli imprenditori alla catena di montaggio e i lavoratori a fare i “padroni” (come si diceva una volta...) alle stesse condizioni. Voglio vedere quanti signorotti in giacca e cravatta resistono!
L'accordo ultimo fatto dal governo lega l'aumento salariale alla produttività del lavoratore che, tradotto dall'”imprenditorialese” all'italiano vuol dire che l'imprenditore spreme gli operai e che forse – forse – li paga, quando non dà la colpa alla crisi e li manda tutti in cassa integrazione [cosa che è ormai la prassi...]cacciando praticamente meno della metà di quanto caccerebbe solitamente... Non entro in tecnicismi economici su cosa si potrebbe fare, sia perché mi annoio mortalmente a scrivere di economia in “economichese” e quindi presumo che annoierebbe anche chi è arrivato a leggere fino a questo momento, sia perché non sarei capace di addentrarmi in cotanta specificità. Preferisco parlare di “economia spicciola”, preferisco sostenere quelli che una volta erano derisi e tacciati di essere dei “terroristi” come i contrari alla globalizzazione [o coloro che, come lo scrivente, sostengono la possibilità di creare un altro mondo...] perché nel loro “terrorismo” una soluzione l'avevano trovata. E stranamente è molta parte di quella trovata dai “colletti bianchi” ai quali oggi si chiede di salvare il mondo. In conclusione un piccolo "appunto a futura memoria": evitando di elencare tutte le figure di merda di Sua Emittenza, che hanno veramente rotto i benemeriti, io inizio ad avere una strana sensazione per il G8 che ci sarà nel nostro paese tra qualche mese, perché le “dichiarazioni di guerra” del governo [lo stesso di Genova '01...] sono già state fatte. Diciamo che la vedo “nera” [a buon intenditor...]

I Bimbi dei tombini

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Il viaggio dei piccoli afghani non finisce mai. E' lungo sei o sette mesi, alle volte anche un anno intero. Li chiamano “bimbi dei tombini”, perché è lì che si rifugiano, di notte. Nei tombini. Così, come i sorci. Arrivano qui da Patrasso, Grecia. “Quasi Europa”, come dicono loro.

Habib, neanche 14 anni, da tre settimane tentava di sopravvivere in qualche antro di una stazione che sta a due passi dal Circo Massimo e dal Colosseo, il centro del centro della capitale d'Italia.Habib, venuto da un villaggio sperduto dell'Afghanistan dopo aver attraversato un pezzo di Asia ed un pezzo di Europa, approdato da solo a Roma con destinazione Oslo o Stoccolma. E come lui Khaled, morto a Forlì il 22 giugno 2008, o Zaeher, morto a Mestre il 10 dicembre dello scorso anno. Nomi che a noi non dicono nulla, nomi che però parlano di guerra, parlano di povertà. E parlano di mondo occidentale nuovamente girato dall'altra parte, a non guardare i danni che “l'esportazione della democrazia” fa in un paese come l'Afghanistan. "Non avevo niente da mangiare, ho raccattato rifiuti nei bidoni della spazzatura." racconta: "Sono andato via dal mio Paese da solo, mia madre è stata uccisa, decapitata. Mio padre è rimasto con le mie sorelle." dice Habib a Repubblica. Gli operatori di Save the Children dicono che questo fenomeno nel nostro paese è in aumento. Erano 32 nel 2004, due anni fa erano già 262.Tutti minori, bimbi o adolescenti di al massimo 16 anni.Arrivano qui appesi ai semi assi dei rimorchi, legati con le cinghie fra le ruote degli autotreni, in bilico per un giorno e una notte sotto i Tir. Qualcuno si addormenta e muore schiacciato. Come Khaled e Zaeher.

Quelli che ce la fanno, invece, finiscono nei cunicoli dell'Ostiense come Habib. Entrano in Italia come fantasmi, e come fantasmi rimangono sul nostro territorio in cerca di un passaggio per un futuro migliore. Per un futuro da “rifugiati”.«Dov'è la strada per la Svezia?», ha chiesto un dodicenne al poliziotto che l´aveva fermato al porto di Ancona. Quel bambino era stato tre mesi «al campo» di Patrasso (una città di baracche di cartapesta in fondo alla strada per Corinto ). Si era sistemato in una baracca ricoperta di plastica per proteggerla dalla pioggia, l'unico giaciglio che era riuscito a trovarsi grazie all'aiuto di Khalid, il capo dei capi di questa Kabul greca che risponde al nome di Patrasso. Perché anche in un contesto del genere, anche in un contesto di povertà disumana ed infame, ci sono “gradi” da rispettare. Ed i “bimbi dei tombini” come Habib, come Khaled e come Zaeher, purtroppo, sono gli ultimi della lista.

Apartheid all'amatriciana

L'azienda municipalizzata istituisce due linee separate che collegheranno la città alla borgata. Le due linee non avranno la stessa fermata. No signori, non è l'Alabama degli anni '50 tantomeno il Sudafrica dell'Apartheid. Stiamo parlando di Foggia. Italia. Mondo "civile". O almeno credevo fino a ieri mattina. Fino a che non arrivo a pagina 22 di Repubblica e leggo della creazione di un bus per soli immigrati del Cara, il centro di accoglienza richiedenti asilo e che - appunto - sarà utilizzata esclusivamente dagli extracomunitari. A "leggerissima" (quasi impercettibile) discolpa ci sono da riscontrare ripetuti episodi di intolleranza degli abitanti della borgata. "L'integrazione non si fa così." dice il Presidente dell'Acsi, l'associazione delle comunità straniere in Italia Habib Ben Sghaier "Non posso credere che la prefettura abbia avallato una decisione simile. Questo è razzismo. Forse l'istituzione della nuova linea giunge perché a giugno ci sono le amministrative." "Non parliamo di razzismo, ma di opportunità di creare un servizio migliore. Nessuno impedisce agli immigrati del centro di accoglienza di percorrere due chilometri in più (e prendere il bus "normale", per così dire)". Queste le parole del sindaco di Foggia Orazio Ciliberti. E' vero, nessuno impedisce agli extracomunitari di prendere l'autobus "per il civil popolo italiota". Ma - forse - solo perché siamo non stiamo parlando dell'Alabama degli anni '50 ma di Foggia, Italia, "mondo civilizzato".